Cronache di un'italiana nella regione di Bordeaux (o Burdigala :P)

29-04-2011 Ore 6.00 a.m. Il suono della sveglia mi invita non troppo dolcemente a scendere dal letto, il mio treno per Bordeaux mi aspetta alla stazione di Paris Montparnasse alle 8.10, ed io so che sono
sempre in ritardo, quindi cerco di fare veloce.
Prendo il mio treno, il cielo è grigio e fa ancora freddino, dopo Poitiers i colori cambiano, non più grigio, ma azzurro Pallido che alla stazione di Bordeaux si trasforma in azzurro intenso, con un caldo sole che riscalda i miei sensi e i miei pensieri. I miei vestiti, come sempre, si rivelano assolutamente inadatti al contesto.. gli stivali neri perfetti per il grigiore parigino mal si prestano al tepore quasi estivo della calda e accogliente Bordeaux, ma sono calzanti per una gatta un po’ dark 😉 Un’ interminabile distesa di vigneti si staglia davanti ai miei occhi gioiosi, le vigne sono alte dai 30 ai 50 cm da terra, con i loro minuscoli e teneri grappoli in potenza.
Prima tappa: Bio e Tecnologia a Montussan, 15 km da Bordeaux, 15 ettari di superficie vitata
Chateaux Lavergne Dulong, ad attenderci un aperitivo con l’omonimo ed estremamente gradevole Bordeaux Rosé AOC dove Sylvie Dulong una donna amante della natura e rispettosa dei cicli delle stagioni, produce con amore i suoi vini Bordeaux e Bordeaux Superiore, in tutti i colori
disponibili ;). Biologico e Biodinamico sono il suo pane quotidiano, “la vigna non ha l’orologio” commenta,
ci mostra la sua cantina, le cuve e le piccole e tenere botti in legno americano e francese, dove invecchia il rosso. Ci spiega come l’ecosistema dei suoi vigneti sia cambiato da quando ha cominciato la conversione al biologico, che la natura con il tempo, rende abbondantemente ciò che gli si dà, ma che tutto ciò richiede impegno e lavoro costante. Questo non impedisce di trasformare lo Chateau in una suggestiva struttura ricettiva, con 5 camere a dir poco magnifiche, e di permettere agli ospiti di usufruire liberamente di wi-fi senza codice o restrizione di sorta.
Qualche referenza:
Bordeaux Superiore Rosso AOC
Chateau Parenchère (Bordeaux Superiore Rosso, Chiaretto, Bianco secco e la Cuvée
Prestige “Cuvée Raphael”)
Seconda tappa: Il Gallo nei vigneti Beychac-et-Cailleau, 90 ettari di superficie vitata.
Nella strada che da Bordeaux conduce a Saint Emilion Chateau la France ci accoglie nei suoi vigneti, dove una stradina tutta curve attraversa l’immensa distesa di piccole vigne nella quale troneggia la scultura di un enorme gallo in metallo, pare che il Gallo, sia l’animale preferito del fortunato proprietario della tenuta, Bruno Mottet. La cantina è grande, e il processo di vinificazione estremamente curato, pulizia e condizioni generali ottimali costituiscono un must, nessun dettaglio è lasciato al caso. La grande quantità di piccole barrique in legno è suggestiva, barrique che ogni tre anni al massimo vengono cambiate. La sala di degustazione è una vera prelibatezza per chiunque voglia cimentarsi nei rudimenti della degustazione con semplicità. C’è anche uno spazio pedagogico per bambini, indispensabile per corrispondere ai criteri di selezione del sindacato della denominazione dei vini di Bordeaux e
Bordeaux Superiore. Il loro Chateau è una costruzione del XIX secolo, originariamente eretto nel XVII, ma raso al suolo durante la rivoluzione, ora viene affittato settimanalmente come casa per le vacanze, con piscina e tutto il necessario per trascorrere delle giornate di scoperta e relax all’insegna dei colori e della freschezza della regione Bordolese.
Qualche Referenza:
Bordeaux Superiore Rosso, Bordeaux Bianco e Bordeaux Chiaretto

Terza tappa: Kalos kai agathos ovvero “Bello è buono” a Bouliac
E’ sera e abbiamo fame, Michel Portos, chef dell’ Hotel Saint-James, sa molto bene che ciò che è bello è anche buono, perchè lo ha imparato dalla sua mamma… I suoi piatti appagano gli stessi sensi che vengono interrogati da un bicchiere di vino, come ad esempio il voluttuoso Cremant di Bordeaux Brut Luccios.
Un’altra referenza che ha incontrato il mio palato:
Bordeaux Blanc 2010 Chateau Lamothe de Haux

Quarta tappa: i Moschettieri :tutti per uno e uno per tutti: Planete Bordeaux a Beychac-et-Caillau
Planete Bordeaux è una struttura che ha per fine la promozione e la comunicazione dei vini Bordeaux e Bordeaux Superiore, nella quale ciascun vignaiolo rappresentato da questa iniziativa partecipa con il proprio contributo. Nella sua funzione pedagogica la struttura interna si sviluppa con un ambiente che ricorda la forma di un barrique. Prima di raggiungere la sala di degustazione si attraversano diversi step progressivi dove dal terroir alla vinificazione passando per l’enoturismo si spiega l’attività del vignaiolo nel bordolese. Il percorso si completa con la sala di degustazione, e
la possibilità di acquistare i vini dei produttori rappresentati al prezzo di cantina.
Il connubio perfetto? Macarons al Roquefort con Bordeaux Blanc Moelleux “Caprice” de Tutiac,
non male il Blanc Sec Chateau Anniche.

Quinta tappa: camminare sulle acque di Arcachon, Lege Cape Ferret
Avevamo fame, e quindi abbiamo mangiato a l’Hotel de la Plage (in compagnia di Regis Chaigne, che ha posato con la mia mascherina 😉 Ho mangiato bene, e ho mangiato tanto, dovrei mettermi a dieta, invece vi consiglio altri due vini… il vino perfetto non esiste, ma il Bordeaux Blanc si avvicina terribilmente 😉

Gli ultimi due consigli, prendete una “Pinasse”, una piccola barca da pesca, condotta magari da Stéphane, dirigetevi verso l’Ile aux oiseaux e concedetevi un bicchiere di Bordeaux Blanc Sec2007 Chateau Ballan-Larquette, non ve ne pentirete.

E chi l’avrebbe mai detto che ciò che i nostri antenati romani chiamavano Burdigala sarebbe diventata Bordeaux?

Ci vediamo a Vinexpo? Of course et merci al Sindacato dei vini di Bordeaux e Bordeaux superiore per la magnifica esperienza 😉

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