Anjar, la citta’ armena nel cuore della Beqaa #genocidioarmeno

Avrei voluto iniziare parlando di quel meraviglioso porto fenicio, e poi romano che è Byblos, ma sulla via di Damasco sono caduta da Cavallo e mi sono ritrovata ad Anjar, per caso, mentre vagavo senza una meta precisa. Poi oggi nel mondo si commemora il centesimo anniversario del genocidio armeno ad opera dell’impero Ottomano, quindi parlare di Anjar e’ piu’ che lecito.
Anjar si trova in quel paradiso chiamato Beqaa Valley, dove un tempo (per la verità anche oggi), vi crescevano le migliori piante di Canapa dell’emisfero occidentale e oggi vi si coltiva anche la vite con ottimi risultati. Potremmo localizzarla a metà strada tra la vibrante Beirut e l’affascinante Damasco(est-ovest), ma anche nell’intersezione che da Baalbek conduce ad Homs (Nord-Sud). Le peculiarità di questo centro abitato sono due, la prima è che dei suoi 5500 abitanti quasi la totalità é di origine Armena; la seconda è che si tratta dell’unico sito in Libano di epoca Ommayde. Qualche cenno storico… Gli storici ritengono che verso la fine del 1° secolo a.C., a causa dei disordini dovuti alla fine della dinastia dei Seleucidi, una popolazione di origine nabatea abbia occupato la Beqaa e il Nord del Libano, fondando un regno che aveva come capitale politica Chalcis e come capitale religiosa Heliopolis-Baalbek. Durante tutta l’epoca Ottomana si succedono numerose vicende storiche sino a giungere al ‘900. Nel 1939 le autorità francesi permettono ad alcune famiglie armene provenienti dalle Montagne Musa Dagh di installarsi ad Anjar. Dopo il genocidio del 1915 (per chi volesse saperne di più consiglio la lettura de “La masseria delle Allodole”) gli armeni vengono dunque evacuati ad Anjar, una città i cui 6 quartieri portano oggi i nomi,i dei villaggi originari  di Musa Dagh. La città, inizialmente campo profughi, é stata costruita pezzo per pezzo, e ora appare un paese dalle strade ordinate, dove i pannelli delle indicazioni stradali sono prima di tutto scritti in armeno, seguito dall’arabo e poi dal francese. Si tratta della seconda città armena in Libano.   Possiamo leggere oggi sull’Orient Le Jour nello speciale dedicato al genocidio: ‘ Milleducentocinque famiglie in tutto, originarie di Khodr Bek, Wakf, Yougoun Oulouk, Kabboussie, Hajji Hababli, Betiass hanno costruito una citta’ che oggi conta circa diecimila abitanti. Ci vollero tre mesi perche tutti gli abitanti dei sei villaggi armeni arrivassero a destinazione.  Trascorsero quaranta gionri a Rass el-Bassit, in Siria e raggiunsero in seguito Tripoli in barca per prendere il treno in direzione di ayak. E’ a piedi o dentro un camion che i rifugiati armeni raggiunsero Anjar il 14 settembre 1939, festa della Santa Croce.’   Gli Ommeiadi…                     Facendo un passo indietro nel tempo e tornando alla questione Ommeiade, il sito di Anjar è stato scoperto dagli archeologi solo nel 1940. Anjar differisce da tutti gli altri siti archeologici del Libano che spesso hanno vissuto una storia ininterrotta sino ai nostri giorni. Anjar pare aver vissuto solo qualche decennio all’inizio del VII secolo d.c. mantenendo così tutto il suo mistero. Si tratta forse di una città costruita sui resti dell’antica Calcide? Il piano della città è rettangolare, quasi a ricordare una città o un campo militare romano esteso su di un rettangolo di 370 su 310, ciononostante sia stata fondata dal califfo Ommeiade Al-Walid. Il mistero ancor piu’ intricato e’ pero’ la durata: pare che la citta’ abbia vissuto solo qualche decennio, e poi negli anni 50 sia stata riportata alla luce.


Curiosita’ sull’Armenia:

Il monte Ararat e’ un vulcano oggi spento, nella valle che lo separa dal monte Aragats si trova la winery The Tierra of Armenia. Pare che in questa regione il vino si producesse gia’ 6000 anni fa.

Il Vino…  Armavir Vineyards, Karas Classico 2013… uno straordinario assemblaggio di Syrah 30%, Montepulciano 25%, Malbec 20%, Cabernet Franc 10%, Petit Verdot 15%… da assaggiare sognando del monte Ararat e delle origini della civilta’!