“By all appearances, Facebook is rapidly implementing what economists call a two-part tariff: you pay once to get in the door, and then you pay again to talk to people who are already inside. » Sean Davis
Questo il tema di alcuni articoli in inglese ed in francese nel web, pubblicati da una delle agenzie di comunicazione più autorevoli al mondo in materia ovvero Social@Ogilvy…
Uno di questi articoli e’ di Marshall Manson… l’altro lo riprende e l’ho trovato qui
Il traffico organico dei contenuti dei brand pubblicati su facebook sarebbe destinato a raggiungere quota zero…
E’ solo una questione di tempo, come tutte le cose.
Nel 2012 Facebook aveva già ridotto il reach organico delle pubblicazioni di un po’, in Dicembre 2013, un altro round di cambiamenti lo ha ridotto ulteriormente.
Da Febbraio 2014, secondo una ricerca condotta dalla suddetta Social@Ogilvy, su 100 pagine aziendali appartenenti a brand di diversa grandezza, il reach organico si sarebbe ridotto ad un misero 6%, ovvero una diminuzione del 49% rispetto ai picchi di ottobre.
Per le grandi pagine con più di 500.000 like il reach organico si sarebbe attestato attorno al 2% in febbraio e facebook avrebbe ufficiosamente fatto presentire agli addetti ai lavori che ben presto il reach organico si ridurrà a 0.
Dati
Social Ogilvy prende spunto da questa ricerca per lamentarsi delle condizioni di scarsa visibilità su uno dei principali Social Media Sites dove quasi ogni marca ha investito in occidente! Dopo aver investito budget, talvolta anche consistenti, per costruire delle comunità le marche ne hanno ormai perso il controllo, a meno che…. Non decidano di spendere ancora, e ancora, e ancora…. I consigli di Ogilvy non presentano nulla di nuovo sotto il sole… In principio ci si può focalizzare su un’altra piattaforma, come G+ , per cercare di recuperare la visibilità persa su Facebook, ma questa strategia comporta dei grossissimi sforzi in termini di ricostruzione di una comunità di fan e follower, che magari su G+ non ci sono ancora! Ogilvy sottolinea l’importanza di servirsi di piattaforme neutre, che a differenza di Facebook non esproprino le marche delle loro comunità! Probabilmente e’ un po’ esagerato parlare di visibilità 0, e’ però necessario contare che Facebook non fa della benevolenza, e che l’aumento di utenti porterà comunque a ripensare il business model, a renderlo sicuramente più orientato a diventare una piattaforma di acquisto di spazi pubblicitari, da pianificare con strategie ad hoc. Sicuramente la posizione del Community Manager andrà rivista all’interno di una strategia sul lungo termine, produrre contenuti non basta più, perché niente e’ gratis, e perché Facebook NON è un gioco.
Cosa ne penso io? Beh, era prevedibile, e un po’ si sapeva già, che lo dica Social@Ogilvy è solo una conferma, in questo articolo si parlava di un cambiamento proprio nel l’algoritmo di facebook qualche tempo da. Probabilmente qualcuno ricomincerà, qualcun altro pagherà. Io personalmente utilizzerò Facebook per la promozione di eventi, e su G+ devierò le pubblicazioni mirate ad una brand awareness e l’indicizzazione, ma francamente non so (un discorso a parte è da fare per Linkedin o Twitter) . E poi c’è il blog, la vera piattaforma dove i contenuti fanno la differenza. Io credo ci sarà sempre più bisogno di diversificare, i Social sono tantissimi, ma è necessario operare comunque una scelta e cercare di non perdere di vista gli obiettivi a breve e lungo termine. Poi tutto dipende se ci si occupa di turismo, piuttosto che di luxury, automotive, gastronomia, abbigliamento….
Per informazioni più precise, grafici, esempi e delucidazioni Vi invito a consultare le esaurienti slide di Social@Ogilvy, in english of course!
Yalla bye