18 Marzo 2011: Verona – Carcassonne 12 ore. In realtà è un po’ complicato da spiegare, ma basti pensare che ho trascorso un caldo pomeriggio a Girona, attendendo il treno che attraversasse il confine verso l’accogliente Languedoc.
Non sono mai stata nel Sud della Francia, arriviamo tardi, verso le 22, la “cité” domina l’orizzonte di Carcassonne, è semplicemente magnifica.
Insieme ad Arnaud raggiungiamo Gregoire, Miss Vicky e gli altri in un piccolo ristorante dentro la “cité” medievale, le mura sono maestose, da lasciare senza fiato.
Si inizia a chiaccherare, con i francesi mi sento subito a casa, sono intelligenti, sanno scherzare senza essere scontati, sono curiosi e non temono il confronto.
“Il problema fondamentale dei vignaioli è che sono considerati degli agricoltori, ma il loro prodotto non appartiene né alla sfera prettamente alimentare né tantomeno agricola, il loro è un prodotto di lusso, ad alta valenza simbolica, i vignaioli avrebbero molto da raccontare” dice Marie di Vinternet.
I vini di Languedoc Roussillon marcano la tavola, dove i fortunati presenti attendono già impazienti l’indomani.
Qualche ora di sonno ed è già ora di ritrovarsi alla Camera di Commercio di Carcassonne.
La sala 1 è già gremita di persone, una sfiziosa colazione offerta dagli sponsor attende tutti gli ospiti e a mano a mano che si arriva ci vengono consegnati i nostri badge.
Ryan O’Connor, giovane vignaiolo franco-americano creatore del sito bilingue I love that Languedoc, conduce i vignaioli nella sala 3 per fare un briefing di benvenuto, per spiegare a chi ancora non lo conosce, il concetto di Vinocamp, dove l’informalità e la spontaneità ne garantiscono l’originialità.
Ore 11.30, iniziano gli atelier, io scelgo il primo, condotto dai vini di Corbières, il cui tema è la modalità di iniziare una conversazione per un vignaiolo. Per chi non lo sapesse i vini di Corbières hanno per primi costituito un marchio Corbières 2.0, e hanno messo in opera degli strumenti a servizio dei vignaioli della denominazione per aiutarli ad utilizzare le nuove tecnologie. L’obiettivo è di favorire la conoscenza degli strumenti e lo svilupparsi di relazioni produttive.
Essere vignaioli individualisti non ha senso, la forza di internet e di una rete è poter condividere, partecipare a questa rete è del tutto gratuito, è il sindacato della denominazione che paga il servizio.
Tale operazione ha permesso di cambiare un po’ il target dei vini di Corbières, anche se un target non esclude l’altro, e così ciascuno può scegliere ciò che fa per lui.
Essere in contatto diretto con il consumatore in rete significa talvolta ricevere delle critiche, che sono la cosa più importante per mettersi in gioco e per migliorarsi.
Cecile Costa racconta brevemente la sua storia, piccola vignaiolo dei Paesi Catari i suoi clienti li trova su twitter, anima il suo blog con contenuti di ogni genere, perchè la regola fondamentale è :non parlare di sé.
Il pranzo si svolge velocemente, con una serie di specialità del luogo, accetto un’intervista di Audrey per i vini de la Loire, il cui tema è ovviamente l’utilizzo del web.
Segue subito il secondo atelier, trovo interessante quello sulle “case history” di successo, dove viene raccontata la storia di Olivier B., vignaiolo salvato dalla condivisione sul web. Dove tutta la sua rete riesce a creare un buzz che permette a Olivier di vendere le sue bottiglie.
Infine il terzo atelier da me scelto si concentra sui contenuti dei blog, dove giornalisti professionisti si confrontano con blogger e viceversa. Emerge un confronto un po’ cacofonico di opinioni personali..che dire, nessuno è perfetto! Il sorriso di Ryan rassicura sempre tutti…
Altri argomenti sono stati toccati, quali il community management, l’identità visuale, e-commerce, l’utilizzo dei differenti social network, la valorizzazione territoriale.
Mi è piaciuto molto questo vinocamp, anche se per me nulla di nuovo si è presentato “sotto il sole”, ho potuto constatare quanto possa essere utile per i vignaioli avere un supporto completamente gratuito su argomenti che non sono il loro pane quotidiano.
La sola cosa che potrebbe essere migliorata è il percorso di degustazione, troppi vini, alla fine non sapevo cosa scegliere e non potevo certo degustarli tutti… ho fatto una selezione secondo le bottiglie che mi piacevano di più, e che potete trovare sul mio account flikr.
Tra gli sponsor c’erano agenzie di comunicazione ma anche l’ESC Dijon, Business School situata nel cuore della Borgogna che propone un incredibile Master of Wine, dove gli studenti viaggiano e e conoscono le diverse realtà vinicole europee e mondiali, perchè alla fine ciò che conta è ciò che sappiamo fare!
E i francesi in campo vinicolo sanno fare molte cose, ecco ad esempio un assaggio di un video fatto dall’agenzia 22h43:
Il prossimo vinocamp? A Lisbona il 27-28-29 Maggio e a Bordeaux il 9 Luglio, storia di trovare il budget 😉