Le interprofessioni vinicole francesi investono sempre più nel web

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La stesura della parte teorica della mia tesi sta assorbendo quasi tutte le mie energie, nonchè la quantità massima di caratteri che le mie dita possono digitare. Ergo nonostante gli argomenti e gli spunti non manchino, non riesco a scrivere quanto vorrei. Ma confido nel mese di marzo 😉

Nel frattempo i nostri cugini d’Oltralpe, che tanto cugini non sono, visto che hanno abitudini, usi e costumi assai differenti, non cessano di  pubblicare dati e statistiche interessanti, che di tanto in tanto intercetto e pubblico.

Come per esempio l’ultimo post di Bourgogne Live che riprende un argomento che ha trovato su Viti-Net che ancora una volta ci parla di Web, ma questa volta legato alle interprofessioni vitivinicole che, per avvicinarsi sempre più ad un pubblico giovane, informato e rapido, utilizzano sempre più il web nelle sue numerose declinazioni.

La chiave del successo di tutti questi contenuti on line, come molti di noi già hanno detto prima, e diranno dopo di me, sta proprio nella possibilità di esprimersi liberamente (o quasi) e di poter scambiare in un tempo pressoché immediato commenti, pareri, informazioni.

Dunque, da due o tre anni anche le interprofessioni vinicole hanno cominciato ad investire in tal senso: un esempio calzante è rappresentato dall‘interprofessione dei vini d’Alsazia che con la sua pagina Facebook ha raccolto 23.500 fan e dispone di un aggiornato blog. I vini di Bordeaux, i più presenti, contano quattro pagine Facebook in differenti lingue, due pagine twitter, e un blog,  lo stesso dicasi per l’InterRhône con 1.900 fan Facebook che hanno tutte le carte in regola per crescere.

L’obiettivo è di “non lasciare più altre persone parlare al posto delle interprofessioni“.

Recentemente, l’ufficio interprofessionale dei vini di Borgogna (Bivb) con 2100 fans, l’interprofessione dei vini di  Sud Ovest (Ivso) o i vini del Centro della Loira, hanno fatto la stessa cosa. E molto presto, nel primo semestre 2011, Inter Loire e il consiglio interprofessionale dei vini di Provenza (Civp) li raggiungeranno lanciando la loro pagina Facebook che diventerà la voce ufficiale dei vini di Provenza.

Per i vini di Languedoc (Civl) dovremmo aspettare il 2012.

Twitter non è ancora utilizzatissimo, probabilmente per il limite di caratteri che impone, pensate però che un’azienda come Atos Origin ha deciso di renderlo unico mezzo di comunicazione interna aziendale, a partire dalla considerazione che leggere un’email prende tempo, tempo che twitter permette di risparmiare consentendo di scrivere frasi brevi, dunque coincise ed immediate.

Facebook per contro rimane la piattaforma preferita per coloro che vogliono creare contatti e mantenerli con un minimo di Brand content, visto che consente di pubblicare numerosi contenuti.

Le Interprofessioni hanno deciso di investire su questi mezzi per il potenziale comunicazionale che si può sviluppare con appassionati e consumatori che, sempre più spesso, consultano il web per tenersi informati. Audrey Moullec, responsabile comunicazione dell’Interloire, sostiene si tratti di una vetrina supplementare ed inevitabile per ottenere oggi buoni risultati.

Qualche esempio?

Il consiglio interprofessionale dei vini di Bordeaux, pioniere in materia, è passato dai 500 fan sulla pagina Facebook nel 2009 ai 5150 nel 2010, ovvero un aumento del 930%. La sua pagina in inglese può vantare i 14.900 fan. Un altro esempio è costituito dal Salon des vins de la Loire, tenutosi in gennaio 2011, e che in novembre 2010, appena 3 mesi prima, aveva creato una pagina Facebook, consultata da 13.600 persone. L‘Interhone nel 2009 ha testato questo mezzo per gestire gli inviti a Millévin, con un’esito sorprendente, ovvero 1000 persone in più rispetto all’anno precedente, perlopiù giovani amanti del vino.

Per avere “fan” o “follower” è comunque indispensabile avere i mezzi e il tempo ovvero creare contenuti interessanti e aggiornarli più spesso possibile. Restare nella rete, in un contesto come questo, può rivelarsi noioso. Per tale ragione si invitano le persone a degustare e scoprire i vini personalmente.

Il vino è una cosa accessibile, e i Social Media avvicinano produttori e consumatori, riducendo sempre più la distanza.

Per esempio, per quanto riguarda i vini di Bordeaux, l’obiettivo è di “rompere i codici e rinnovare l’immagine dei vini di Bordeaux”.

Il pericolo?

La velocità attraverso cui le informazioni vengono trasmesse è immediata, e se è vero che i processi di trasmissione di critica positiva e di informazione costruttiva subiscono un’accelerazione, è vero anche che le stesse informazioni e critiche potrebbero essere di natura diversa, e la tanto amata velocità potrebbe diventare uno svantaggio.

(Fonte Viti-Net, da un articolo di Juliette Cassagnes.)